Dissesto Idrogeologico in Italia
Ormai è noto che in Italia la principale causa relativa al dissesto idrogeologico è da ricondurre agli eventi climatici estremi che hanno colpito il nostro paese negli ultimi anni.
Secondo recenti stime, servirebbero poco più di 26 miliardi di euro per risolvere questo problema che affligge da tempo il nostro territorio.
In seguito ad una ricerca effettuata dal Centro Studi del CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri), è stato diramato un comunicato stampa dal quale emerge che “negli ultimi 20 anni la spesa per interventi è stata pari a 6,6 miliardi di euro, per un totale di 6.063 interventi”: questo non può essere motivo di sorpresa in quanto il 15 % degli edifici e della popolazione italiana si trovano in zone ad alto e medio rischio alluvionale.
Nonostante ci siano fondi da investire, stanziati dal PNRR e dal Piano Nazionale per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico, la cosa che preoccupa maggiormente è l’allungamento dei tempi causato dalla burocrazia, che rischia di vanificare gli interventi di prevenzione con una durata media delle opere intorno ai 4,8 anni: quasi la metà di questo periodo è assorbito dai tempi morti e dalle pratiche burocratiche.
Naturalmente, accelerare i tempi e trovare le risorse finanziarie non risolverà del tutto il problema.
Il rischio del dissesto idrogeologico è talmente esteso sul nostro territorio che occorrerebbero interventi continui, minuziosi e rapidi; a tutto questo si deve aggiungere anche un altro fattore negativo: la copertura artificiale del suolo in Italia si aggira intorno al 7,13% contro una media pari al 4 % nei paesi europei.
Alla luce di ciò, si può certamente affermare che l’accelerazione dei tempi di intervento sarebbe una buona base di partenza, unitamente alla prevenzione e manutenzione, ma in modo altrettanto certo possiamo affermare che da sola non rappresenta la panacea di questo problema.
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